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Sistemi di ferratura ammortizzanti. Alla ricerca della calzatura sportiva equina

L'impatto dello zoccolo con il suolo produce una forza vibrante ad alta frequenza che sarà tanto maggiore quanto più duro sarà il terreno, elevata l'andatura e pesante il binomio cavallo - cavaliere. Soprattutto nei primi millesimi di secondo della fase d'appoggio il cavallo non riesce a controllare l'intensità dell'impatto tramite i riflessi neuro muscolari.

L'esposizione ripetuta e continua ad urti e vibrazioni ad alto contenuto energetico possono essere responsabile di sensibili danni all'apparato locomotorio, con un meccanismo inizialmente studiato in medicina del lavoro e sportiva umana e successivamente nel cavallo; provocando inizialmente alterazioni della funzione neuro - vascolare, trombosi e ischemia (occlusione dei vasi e carente apporto sanguineo locale), seguite da lesioni osteo-articolari (artrosi, periostite, fratture da fatica, infiammazioni dei legamenti e tendini nei loro punti d'inserzione sulle ossa).(Schema1) Nel cavallo questo meccanismo può contribuire p.e. all'insorgere di casi di navicolite e formelle.(Foto 1)

Alla stregua dell'evoluzione delle calzature sportive per umani anche per la mascalcia sono state proposti molti sistemi di ferratura a capacità ammortizzante, senza dimenticare che già nel passato c'erano dei sistemi a tale scopo come per esempio le “gomme napoletane” (Diapo 1) o l'uso di solette di cuoio.

Lo stesso uso di ferri in lega è già benefico sotto questo punto di vista dato che l'alluminio assorbe più energia che l'acciaio. Le capacità ammortizzanti delle diverse soluzioni di ferratura sono state obietto di studi comparativi scientifici soprattutto da Benoit e Barrey in Francia che hanno provato ben 16 tipi di ferrature in condizioni standard usando come punti di riferimento il piede scalzo e la ferratura in acciaio tradizionale.

Le soluzioni ammortizzanti per la ferratura si possono dividere in due categorie, ognuna con pregi e difetti:

1. Ferri con soletta interposta tra ferro e zoccolo in cui la dissipazione dell'energia avviene principalmente a livello della soletta.

Le solette attualmente disponibili sono tantissime e vanno dal cuoio (e già il cuoio varia moltissimo in spessore, qualità, contenuto in umidità ecc.), dimostratosi abbastanza scarso nella sua capacità d'assorbire energia, a solette in polivinil cloruro, gomma, poliuretano, composite ecc., nelle dimensioni, forme, spessori e colori più variate.

Le solette possono essere applicate ritagliandone la zona centrale oppure chiuse, nell'ultimo caso possono essere abbinate a silicone o poliuretano applicato tra soletta e suola - barre - fettone dello zoccolo aumentando cosi la dissipazione dell'energia d'impatto ed evitando l'introduzione di corpi estranei tra soletta e suola.

Per chi vuole abbinare le proprietà organiche del cuoio e la capacita di “memoria meccanica” dei materiali sintetici ci sono anche solette miste cuoio (parte superiore) - gomma (parte inferiore). (Diapo 2,3,4,5) Un grossolano giudizio sulla reale capacita di dissipazione si può avere martellando la soletta tra martello e incudine; meno rimbalza il martello più è ammortizzante il materiale.

I vantaggi dell'uso di solette sono una relativa facilita nell'applicazione, e un costo tanto in materiale che in mano d'opera abbastanza contenuto (anche se alcune varietà “hightech” sono più costose…), naturalmente quelle chiuse offrono anche una protezione a suole sensibili.

Svantaggi dell'uso di solette sono un aumento del peso della ferratura (soprattutto se abbinate a silicone), un aumento della lunghezza totale della combinazione zoccolo-soletta-ferro visto che la maggior parte delle solette hanno uno spessore di 4-5 mm (in pratica il cavallo appena ferrato è già “lungo” come dopo un mese di crescita degli zoccoli).

Ancora le ferrature con solette molto morbide si allentano prima dovuto alla continua compressione/espansione della soletta ad ogni passo che sollecita maggiormente le ribattiture dei chiodi. Limite maggiore però delle solette è forse che la loro capacità ammortizzante è ridotta dovuto al fatto che i chiodi venendo a contatto con il terreno con la loro testa trasmettono parte dell'energia d'impatto allo zoccolo “bypassando” la soletta ammortizzante.

2. Ferri a capacità ammortizzante intrinseca, nei quali la costruzione stessa del ferro e i materiali impiegati hanno come funzione la dissipazione dell'energia d'impatto.Questi ferri (che non sono mai solo di ferro) esistono con o senza anima metallica (acciaio o lega).

Quelli senza anima metallica offrono una limitata protezione al piede dovuto alla loro assoluta mancanza di rigidità e causano notevoli sollecitazioni sulla muraglia da parte dei chiodi, vengono per tanto utilizzate prevalentemente in cavalli che lavorano poco oppure esclusivamente in pista (trotto). Il loro aspetto è quello di grosse solette che vengono direttamente inchiodati alla muraglia dopo averli ritagliati seguendo il contorno dello zoccolo pareggiato (Diapo 6)

I ferri compositi che consistono in un'anima metallica rivestita di gomma, plastica o poliuretano sono la risposta più mirata alla limitazione dei danni causati da choc ripetuti soprattutto se prevedono che le teste dei chiodi affondino nello spessore dello strato ammortizzante. Inoltre questi ferri evitano scivolate e cadute su terreni duri e compatti come asfalto e cemento e possono limitare fortemente i danni dovuti a calci ad un compagno di paddock (per usufruire di quest'ultimi vantaggi il cavallo dovrà essere ferrato anche ai posteriori con i ferri ammortizzanti!). (Diapo 7,8,9,10)

Purtroppo anche i ferri composti non sono totalmente privi di svantaggi rispetto alla ferratura tradizionale; offrono generalmente un notevole ingombro, il loro spessore può essere anche del doppio di un ferro in acciaio tradizionale, (essendo pero il loro consumo generalmente più veloce, durante il periodo di ferratura la lunghezza combinata zoccolo-ferro può rimanere anche abbastanza costante); la sagomatura di questi ferri per adattarli perfettamente alla forma del piede, soprattutto quando quest'ultima differisce notevolmente dalla forma più o meno ideale del ferro commercializzato, può rivelarsi difficile e richiedere attrezzature particolari (piegaferri) (Diapo 11) e una buona pratica; la durata d'alcuni ferri a capacità ammortizzante intrinseca è spesso troppo breve per alcune discipline equestri in cui il loro pregio sarebbe utile, come per esempio le gare di fondo che richiedono un “chilometraggio” importante alle ferrature; i costi del materiale e della mano d'opera sonno maggiori.

Si può concludere che come per tutta la mascalcia anche l'applicazione di sistemi di ferratura ammortizzanti richiede compromessi e una scelta accurata di materiali e tecnica appropriata al singolo soggetto e al lavoro che questo è chiamato a svolgere. Le ferrature ammortizzanti hanno in ogni caso un grand'interesse per la prevenzione delle patologie osteo-articolari nel cavallo, patologie che purtroppo limitano la carriera a tantissimi soggetti. Altri elementi importantissimi nella prevenzione rimangono naturalmente la corretta manutenzione dell'elasticità dello zoccolo correlata soprattutto al suo contenuto in percentuale di acqua e alla corretta gestione e manutenzione dei fondi dei terreni di gara e di allenamento

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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