Mascalcia

La riparazione della muraglia

In un altro articolo (Quegli zoccoli sempre rotti) è stato affrontato il problema di zoccoli friabili, a crescita, lenta che non tengono facilmente i chiodi. In questo numero saranno descritte le tecniche e i materiali moderni disponibili per la riparazione degli zoccoli.

L'applicazione della chimica in campo delle protesi, in medicina umana prima (si pensi per esempio al campo dell'odontoiatria) e veterinaria poi, à portato allo sviluppo di materiali specifici per la ricostruzione di zoccoli, riduzione di setole (fratture nella muraglia) e sistemi di ferratura incollabili. Un materiale idoneo di riparazione della muraglia deve avere delle caratteristiche qualitative molto specifiche che includono:

  1. Ottima adesività alla cheratina, proteina strutturale dell'unghia e degli zoccoli.
  2. Resistenza meccanica simile a quella della muraglia (p.e. al passaggio dei chiodi).
  3. Elasticità analoga a quella della parete.
  4. Facilità d'uso in campo (p.e. l'indurimento deve avvenire in tempi relativamente brevi - minuti -)
  5. Innocuità per il cavallo e per l'operatore.

Un'altra considerazione importante è che l'uso di resine e colle per la riparazione degli zoccoli richiede da parte del maniscalco la volontà di acquisire delle tecniche nuove e specifiche per ogni prodotto.

Storicamente i primi materiali di “corno artificiale” erano derivati da altre industrie, come per esempio le vetroresine utilizzate in carrozzeria, per poi diventare sempre più mirati alle richieste particolari della mascalcia (e della podologia bovina, dove non mancano campi d'applicazione). Attualmente i prodotti commerciali che possiedono le caratteristiche prima menzionate appartengono a due famiglie chimiche: i poli metile metacrilati (PMMA) e i poliuretani.

I primi, con nomi commerciali quali Equilox©, Grand circuit©, Equibond© etc., sono simili a prodotti utilizzati per incollare unghie finte in umana, i secondi, commercializzati sotto il nome di Equitane©, hoof repair© o Superfast©, sono simili ai materiali che vengono usati per fissare i vetri nell'industria automobilistica. Tutti i due tipi sono presenti in cartucce a due componenti che richiedono l'uso di una “pistola” applicatrice specifica.

L'uso “in campo” richiede delle precauzioni inevitabili:

  1. Un soggetto calmo o in alternativa sedato, dato che i tempi minimi d'indurimento, almeno per i PMMA, sono di 4-7 minuti durante i quali il risultato può essere facilmente compromesso da movimenti inopportuni.
  2. Preparazione minuziosa dello zoccolo che deve venire pulito da sporcizia, grassi residui, e parti sfaldati, distaccati, con l'aiuto di raspa, coltellino, carta vetrata e eventualmente una fresa a micromotore tipo Dremmel©. A proposito di grassi, è buona norma avvisare il proprietario di smettere di ingrassare gli zoccoli per alcuni giorni prima, se si prevede la necessità di una ricostruzione. Il solvente per la successiva applicazione di PMMA è l'acetone; per i poliuretanici è l'alcool denaturato.
    Dopo l'uso dei solventi, e comunque in caso che lo zoccolo sia umido, bisogna asciugarlo bene con un getto d'aria calda (asciuga capelli o sverniciatore a getto d'aria calda).
  3. Benché i legami chimici si realizzino in una gamma di temperature ambientali abbastanza ampia (10-35°C), temperature molto basse possono richiedere il preriscaldamento della muraglia e dei materiali e prolungare i tempi di catalizzazione, mentre ad alte temperature, diminuisce il tempo utile di lavorazione richiedendo una manualità più precisa e veloce o l'applicazione di piccoli quantitativi in diverse tappe.
  4. Il prodotto, che si riscalda moderatamente al momento della catalizzazione, in particolari condizioni può causare danni termici a tessuti vivi sottostanti. In pratica questo può avvenire quando è stato necessario asportare dalla muraglia materiale sfaldato o in decomposizione fino ad arrivare vicino al derma sottostante. Per evitare il rischio di un danno termico, se lo spessore di tessuto cheratinizzato sottostante è esiguo, si deve applicare inizialmente uno strato sottile di resina. In caso di derma scoperto (p.e. setole emorragiche) si deve applicare un drenaggio sotto alla ricostruzione Infezioni o fenomeni di onicomicosi (tarlo) devono essere eliminati con cura prima di essere coperti con resina, altrimenti si assiste inevitabilmente alla progressione della lesione in direzione ascendente sotto la riparazione.

I vapori sprigionati soprattutto dai solventi contenuti nei PMMA sono tossici per l'uomo. Un'esposizione prolungata può causare danni epatici e renali. E' raccomandabile lavorare in ambienti ben ventilati e/o con maschera di protezione. A differenza dei PMMA, i poliuretanici non rilasciano vapori offensivi durante l'applicazione, inoltre la versione Superfast© a dei tempi di indurimento iniziale molto brevi (60-90 secondi) che può essere un gran vantaggio in caso di cavalli irrequieti. Vantaggio dei PMMA è però che permettono la combinazione con strisce di fibre di vetroresina, kevlar o carbonio, che aumentano la resistenza delle riparazioni. Se il mondo della chimica applicato allo zoccolo del cavallo sembra pieno di problemi tecnici (e affetto da costi in materiale, attrezzatura e mano d'opera notevoli) è anche vero che permette di mantenere cavalli in attività sportiva e agonistica che altrimenti sarebbero costretti a lunghi periodi di riposo forzato. Le resine per la riparazione degli zoccoli si devono vedere in quest'ottica: una possibilità tecnica in più in caso di emergenza o patologia grave e non la sostituzione della ferratura tradizionale eseguita con competenza.

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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