Mascalcia

Quei piedi disuguali

Molti cavalli domestici presentano due piedi anteriori diversi tra di loro nell'angolazione della parete e nell'altezza dei talloni. Un anteriore appare più basso, largo e schiacciato a livello dei talloni, l'altro più dritto, stretto e con talloni relativamente alti. Questo fatto disturba non poco i proprietari che spesso raccomandano al loro maniscalco di porre rimedio a questa situazione se non lo accusano addirittura di esserne il responsabile.

Ma che cosa c'è dietro questi piedi “spaiati” nella loro forma e che rimedi eventuali dobbiamo prevedere? Anzitutto bisogna differenziare tra due cause molto diverse tra di loro che hanno portato a questa situazione.
La causa meno frequente può essere una patologia con dolore nella parte palmare (posteriore) dell'anteriore dritto e stretto.

Un cavallo che presenta una malattia cronica, come per esempio la navicolite, ad un solo anteriore eviterà di caricare eccessivamente il peso sui talloni di questo piede; caricando il peso più in punta e meno sui talloni questi ultimi si ristringono dal minor esercizio al quale vengono sottoposti. Inoltre l'anteriore controlaterale (dal lato opposto) che, almeno inizialmente, è sano o meno dolente viene caricato di più e prende inevitabilmente una forma più ampia e appiattita dove i talloni, chiamati ad un lavoro maggiore, tendono ad essere sovraccaricati.

In questi casi bisogna anzitutto provvedere ad una diagnosi della patologia e della zoppicatura più o meno evidente che presenta il soggetto e ad una cura poi. Come menzionato prima però, questa situazione è l'eccezione, la maggior parte dei cavalli che presentano due anteriori diversi tra di loro non presentano zoppia anche se forse sono più predisposti ad alcune patologie che non cavalli con piedi uguali.

Infatti, la causa principale di anteriori disuguali è che molti cavalli sviluppano già dall'età di puledrino (2-4 mesi d'età) una particolare abitudine al pascolo o comunque durante i pasti, che consiste nel divaricare gli arti; uno in avanti ed uno in dietro per arrivare cosi comodamente a brucare l'erba o consumare il fieno per terra. Divaricando gli arti il puledro fa meno fatica e deve allungare meno l'incollatura per mangiare. Una volta che un puledro prende quest'abitudine poi, sarà sempre lo stesso arto quello che mette in avanti e sempre l'opposto che mette sotto di se; un po' come le persone mancine o destre.

Il piede che viene regolarmente messo in avanti (e caricato di più) tende a diventare più largo e basso di talloni; quello piazzato sotto di sè appoggia più in punta e utilizza meno i talloni diventando dritto e stretto. Non solo, anche le strutture tendinee e legamentose in formazione durante l'accrescimento del puledro si adattano a questa situazione, particolarmente il tendine flessore profondo che s'inserisce sull'osso del piede al quale e intimamente collegato lo zoccolo. Al piede dritto corrisponderà, infatti, un tendine flessore ed una briglia carpica più corte che a fine sviluppo non permettono più la stessa estensione di quella del piede contro laterale.

Questo spiega perchè l'abitudine di mettere sempre il solito anteriore (quello dritto) in dietro e il suo opposto (quello piatto) in avanti perdura poi durante il resto della vita del cavallo, almeno quando abbassa la testa per mangiare. (Per chi abbia un cavallo con due piedi diversi è facile verificare quest'affermazione con l'osservazione!). E spiega anche perchè molti cavalli hanno gli anteriori e soltanto pochi cavalli i posteriori “spaiati”.

Quello che è interessante è che l'alta incidenza d'anteriori disuguali s'osserva solo nel cavallo domestico e non in quelli “selvatici” (termine improprio, in realtà si tratta sempre di cavalli domestici inselvatichiti) come per esempio hanno potuto stabilire studiosi delle mandrie di mustang americani. La ragione sta nel fatto che i puledri selvatici percorrono tutti i giorni lunghissimi tratti su estensioni molto povere di cibo (e d'acqua) a differenza dei loro cugini purosangue, arabi e da sella etc. che vengono allevati in prati dove l'erba è abbondante o in paddock e box dove li viene dato il fieno per terra e dove hanno tutto il tempo di mettersi “comodi” per mangiare senza dover spostarsi in continuazione. Particolarmente il puledrino in fase di rapido accrescimento dotato da un'incollatura che non s'allunga al pari degli arti è invogliato ad assumere un atteggiamento a gambe divaricate.

L'eccesso di cibo e la selezione genetica di razze precoci e di capacità ad accrescimento veloce contribuiscono al problema. Per evitare di avere questi errori di conformazione la prevenzione deve iniziare nell'allevamento, soprattutto con un'assistenza podologica regolare ai puledrini e con una vigilanza accurata della dieta. Nell'adulto affetto da piedi anteriori disuguali nell'inclinazione e forma non si deve mai cercare d'ugualare artificialmente e per forza i due piedi; sopra tutto abbassare radicalmente i talloni del piede stretto, lasciando la punta lunga e a “becco d'oca”, può causare dei problemi seri, quali infiammazione della briglia carpica o eccesso di pressione sulla regione navicolare. Facendo così si crea ad un certo punto un piede che visto di profilo ha l'aspetto di un “becco d'oca” ossia con la muraglia dorsale concava non più parallela all'osso del piede. Questo tipo di piede subisce molta tensione tra la muraglia in punta (lasciata lunga) e le lamine che la collegano all'osso del piede, dando luogo a distacchi a livello della linea bianca dove si può insidiare l'onicomicosi (tarlo).

Più prudente ed efficace è invece di aiutare a sostenere il piede piatto e schiacciato, soprattutto a livello dei talloni. (per sostenere piedi eccessivamente schiacciati e logorati a livello dei talloni, problema che frequentemente colpisce anche tutti i due anteriori). Aiutando il piede basso a sviluppare talloni più robusti e consistenti spesso si assiste anche ad un miglioramento del piede opposto, dritto, che è impegnato un po' più armonicamente (meno sotto di se).

Quello che è molto importante per cavalli con piedi disuguali è che siano ferrati con regolarità ad intervalli non troppo lunghi perchè è proprio verso la fine del periodo di ferratura che il difetto si accentua di più.

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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