Mascalcia

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Mascalcia moderna nell'ambito della podologia equina

I. INTRODUZIONE

La medicina veterinaria e la mascalcia hanno storicamente radici comuni [1]: si può affermare infatti che la prima sia cominciata con la medicina del cavallo che tuttora è la specie guida nello studio dell'anatomia veterinaria [2].

Mentre la medicina veterinaria (e con essa l'ippiatria) si è sviluppata da tempo in una vera scienza applicata, con tutti gli obblighi e i benefici dalla sua appartenenza al mondo scientifico, la mascalcia è rimasta a lungo legata all'artigianato ed alle tradizioni culturali regionali che hanno ostacolato il diffondersi di nuove tecniche.

A prova di ciò basta comparare i tipi di ferri che venivano proposti per le diverse attitudini e patologie nelle varie parti del mondo [3,4].

Benché in epoca più recente il mondo della mascalcia, grazie all'accesso a letterature specializzate abbia subito un notevole impulso culturale, tuttavia è auspicabile che tutto ciò continui con la collaborazione di ippiatri qualificati [5].

In occidente il “pianeta cavallo” si è trasformato profondamente: da mezzo di trasporto, il cavallo è diventato quasi esclusivamente un animale usato nello sport. Questo ha comportato cambiamenti notevoli tanto nei tipi di cavalli allevati che nel valore anche affettivo che rappresenta il singolo soggetto e, di conseguenza, nelle esigenze della loro cura, mascalcia compresa.

Un altro sviluppo relativamente recente e di notevole interesse è rappresentato dal proliferare di studi di biomeccanica e biocinetica applicati alla locomozione equina che, sulla scia di studi analoghi realizzati in medicina sportiva umana, si avvalgono di tecnologie avanzate, non prima disponibili [6].

Le conseguenze pratiche di queste trasformazioni hanno portato diverse innovazioni in podologia come l'utilizzazione di nuovi materiali con ottime capacità ammortizzanti [7].

Proprio la disponibilità di questi materiali ed il loro utilizzo adeguato nel campo della podologia sono delle novità alla base della trasformazione della mascalcia.

Se già da tempo sono entrati in largo uso i cosiddetti “ferri di fabbrica” in sostituzione di gran parte dei ferri “fatti a mano”, si assiste oggi ad una proliferazione sul mercato di modelli, tipi, misure ecc. che includono anche ferri terapeutici e profilattici [8]. Ma il ventaglio di materiali nuovi non si ferma al ferro in senso stretto, includendo anche sistemi di ferratura in lega, in plastica ecc.. Inoltre l'applicazione della chimica al mondo della mascalcia, oltre che della metallurgia, ha portato alla disponibilità di resine sintetiche e di colle specificatamente studiate per lo zoccolo.

La ricerca biomeccanica applicata al cavallo atleta ha inoltre contribuito a sviluppare nozioni più obiettive sul pareggio del piede e sulla sagomatura del ferro [9,10].

Il modo di lavorare del maniscalco si è dovuto adeguare alle mutate circostanze ed esigenze; a parte coloro che operano fissi in ippodromi, oggi la visita a domicilio è la regola ed il lavoro “in bottega” è passato in secondo piano. Di conseguenza molti professionisti si sono dotati di vere e proprie officine mobili per svolgere il loro lavoro in maniera adeguata sul posto.

Questi sviluppi hanno creato una realtà obiettiva dove la forgiatura “a mano” su indicazione del veterinario per la prevenzione e la terapia di zoppie è sempre più rara. Se questo può considerarsi una perdita, tanto più importante e vantaggiosa diventa la familiarità con tecniche basate su materiali di recente acquisizione, sia per il veterinario sia per il maniscalco, così da permettere loro di collaborare proficuamente al servizio del loro cliente comune: il cavallo.

 

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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