Mascalcia

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Mascalcia moderna nell'ambito della podologia equina

III. Nuovi Materiali

III. 4. Ferrature senza chiodi

III. 4. 3. 1. Sistema di ferratura incollabile per puledri

Data la obiettiva difficoltà di fissare ferri con chiodi negli zoccoli di foal¹ di pochi mesi o addirittura di giorni (vedi flaccidità flessoria), questo è un settore in cui i sistemi incollabili di norma sono l'unica possibilità di ferratura ortopedica (vedi Tabella 5).

Tabella 5
Tabella 5
Sistemi di ferratura incollabili per foal e indicazioni terapeutiche
¹ Foal: puledro di meno di un anno di età; nato nell'anno in corso (emisfero nord)
Fig 42
Fig. 42
Flaccidità flessoria
Fig 43
Fig. 43
Contrattura del tendine flessore profondo 
delle falangi trattato con l'applicazione 
di una scarpetta incollabile 
con estensione in punta e cuneo avvitabile
Fig 44
Fig. 44
Estensione mediale (Dallmer©) per deviazione angolare (p.e. carpo valgo)

Il sistema Dallmer© è di più veloce applicazione però è meno malleabile e dipende, per la sua riuscita, dalla scelta della misura giusta; il sistema Babyglu© è molto più laborioso ma, teoricamente, con un solo kit si può realizzare una estensione sia dorsale sia laterale, mediale o plantare/palmare. La velocità e facilità d'applicazione sono comunque elementi molto importanti, trattandosi di foal spesso ancora sotto la madre, che generalmente necessitano, per effettuare il lavoro in maniera adeguata, di una buona sedazione.

Poiché entrambi i sistemi dipendo da una buona adesione della colla alla muraglia, è necessaria una adeguata preparazione della parete che, nel caso della colla Dallmer© verrà irruvidita leggermente con la raspa mentre nel caso della cyanolite, che ha una consistenza molto più fluida, verrà limata in modo da renderla liscia nel maggior modo possibile.

In ambedue i casi, la parete va sgrassata con solventi (etere per il Dallmer©, acetone per Babyglu© ed Easyglu©). Buona norma è quella di riscaldare la muraglia con un getto d'aria calda dopo il trattamento con l'etere: questo infatti, evaporando, raffredda la parete. Quest'ultima, riscaldandosi sotto l'azione della reazione esoergonica della colla, può esalare umidità che impedisce una buona adesione.

Un'altra precauzione importante è quella di fasciare la corona per evitare che venga in contatto con la colla che, nel caso della colla Dallmer©, è particolarmente calda.

Le scarpette Dallmer©, per rendere più malleabile la cuffia che andrà a contatto con la muraglia e per portare i tempi di catalizzazione della colla a pochi minuti, devono essere riscaldate a temperature di 40-50° C. Il riscaldamento si effettua con un getto d'aria calda (sverniciatore, asciugacapelli).

Come per l'applicazione di resine, è importante usare guanti “usa e getta” di lattice, perché le colle sono state elaborate per aderire alla cheratina e perciò si fissano anche alla pelle umana.

III. 4.3.1.A. Flaccidità flessoria(FIG. 42) (FOTO 10)

La flaccidità flessoria è generalmente un problema neonatale, che interessa in gran parte dei casi entrambi i posteriori. Alcuni autori ritengono che nella maggior parte dei soggetti si risolva entro pochi giorni con esercizio moderato, senza la necessità d'intervento [13].

Nella pratica, invece, non è raro osservare puledri che, anche a 4-6 settimane dalla nascita, ancora sollevano la punta dei piedi quando caricano gli arti colpiti.

Le conseguenze possibili della sublussazione dell'articolazione interfalangea distale che accompagna la flaccidità flessoria includono: infiammazione del legamento sospensore del nodello, instabilità dell'epifisi distale del metatarso III, rimodellamento della cartilagine articolare distale del metatarso III sulla sua superficie in contatto con i sesamoidei prossimali e con la prima falange, rimodellamento e frammentazioni osteocondrali parcellari dei margini dorsali della articolazione metatarso-falangea, rimodellamento e distacchi parcellari del margine articolare dorsale della terza falange, sovraccarico e consumo eccessivo dei talloni, infiammazione del legamento plantare e corba [60, 61].

Un'estensione plantare di almeno 2-4 cm dietro la verticale dei glomi risolve immediatamente l'instabilità biomeccanica. Per questo tipo d'applicazione è utile lavorare sul puledro in decubito (su un buon spessore di lettiera all'entrata del box), per evitare così un carico troppo precoce della estensione prima che la colla abbia raggiunto una resistenza sufficiente. Unica precauzione è quella di assicurarsi un corretto allineamento dell'asse longitudinale della scarpa e dello zoccolo. Generalmente nei neonati o nei puledri di pochi giorni non è necessaria la sedazione se è presente mano d'opera qualificata. La presenza della madre inoltre (custodita da un aiutante), tranquillizza il foal.

La durata della ferratura non deve eccedere i 20 giorni per evitare la costrizione del piede, in rapido sviluppo, da parte della cuffia. Sono raccomandabili esercizio moderato su terreno compatto ed uno spessore di lettiera minimo, comunque compatibile con l'abitudine di dormire in decubito dei foal.

Le recidive sono rare e interessano generalmente solo quei soggetti ai quali l'estensione plantare è stata applicata tardi (dopo 3-4 settimane d'età) [62]

III. 4. 3. 1B. Contratture flessorie (Fig. 43) (Foto 12 a, b)

Le retrazioni flessorie possono interessare il muscolo/tendine flessore profondo delle falangi, il muscolo/tendine flessore superficiale delle falangi o ambedue.

Possono essere neonatali (p.e. a causa della posizione fetale intrauterina) o acquisite (p.e. da squilibri alimentari - dieta iperproteica) [13].

Possono essere inoltre bilaterali, generalmente agli anteriori, monolaterali (come nel caso del “grassfoot” precedentemente discusso) o, raramente, colpire tutti e quattro gli arti [61].

Essendo il tendine flessore profondo delle falangi inserito a livello della cresta semilunare della terza falange, che a sua volta è solidale con la scatola cornea, interventi d'estensione dorsale sono particolarmente indicati per retrazioni del TFPF.

Fattore centrale nelle contratture flessorie sembra essere il ciclo vizioso retrazione/dolore/ulteriore retrazione [13]. E' questa la ragione per la quale nelle retrazioni severe non si può semplicemente abbassare i talloni, perché questo può causare un ulteriore stimolo dolorifico.

Le scarpette incollabili Dallmer© (Bockhuf) prevedono un cuneo avvitabile sotto alla suola e permettono un graduale abbassamento dei talloni tramite raspatura progressiva del cuneo, in base all'impronta a livello dei talloni che il puledro lascia sul terreno. Quando il cuneo sarà asportato completamente, si potrà ottenere un ulteriore allineamento dell'asse digitale con la scarpetta BK, che ha uno spessore maggiore in punta rispetto ai talloni.

L'applicazione delle scarpette con cuneo si fa più agevolmente con il puledro in stazione se è sedato adeguatamente, andando lo zoccolo ad intimo contatto con la cuffia grazie all'inclinazione del cuneo (Fig. 43). Importante è evitare una rotazione dell'arto con la colla ancora fluida, perché questo, può comportare una perdita dell'allineamento dell'asse sagittale della scarpa rispetto a quello del piede. Il pavimento inoltre non deve essere di materiale sintetico per evitare di incollare il puledro al suolo!

Per una prognosi favorevole è importante intervenire tempestivamente, ai primi segni di retrazione, senza tralasciare però la terapia medica (p.e. anti-infiammatori, tetracicline) ed eventuali cambiamenti di dieta.

Per le retrazioni del muscolo/tendine flessore superficiale delle falangi che porta ad una verticalizzazione del pastorale fino alla flessione del nodello (arrembatura), le scarpette incollabili possono essere utili come elemento d'ancoraggio per ortosomi realizzati in stecche d'alluminio e fasciati all'arto.

III.2. 3. 1. C. Deviazioni angolari (Fig. 44, 41d) (Foto 13)

Nei puledri le deviazioni neonatali quanto quelle acquisite sono frequenti, particolarmente a livello del carpo [61, 63, 64]. Le deviazioni angolari vengono definite valghe quando è presente una deviazione laterale del segmento distale al punto di inizio e definite vare quando la deviazione del segmento distale è mediale [63, 64]; un angolo tra radio e metacarpo si definisce, per esempio, come carpo valgo se presenta un valore <180° sulla parte laterale (concava) e varo se presenta un valore >180° sulla parte laterale (convessa) (Fig. 45).

Fig 45
Fig. 45
Carpo normale (a), valgo (b) e varo (c)

Importante è distinguere le deviazioni angolari da appiombi a base larga e da rotazione esterna dell'arto a partire dal gomito, ambedue senza angoli tra i raggi scheletrici. Questi appiombi sono da considerarsi naturali in foal dolicoformi e tendono a scomparire con la crescita e lo sviluppo della circonferenza toracica [43]. La valutazione clinica della deviazione angolare e soprattutto del punto (o dei punti) in cui avviene, è facilitata osservando l'arto dall'alto verso il basso, piazzandosi vicino alla spalla del soggetto (Foto 14). Una valutazione obiettiva dei gradi di D.A. e della regione anatomica dove insorge necessita di un esame radiologico. Questo esame può inoltre escludere ipoplasia delle ossa carpali II e IV e fratture di tipo Salter Harris come cause della D.A. [63].

La cronologia dell'accrescimento epifisario dei diversi segmenti scheletrici, in particolare la chiusura del disco epifisario distale del radio (22-42 mesi), distale del metacarpo III (6-18 mesi) e prossimale della prima falange (6-15 mesi), ha importanza per l'approccio terapeutico [13], soprattutto se si considera che i tempi di maggior attività dei dischi epifisari sono molto più precoci. I tempi utili per le diverse terapie per la correzione delle D.A. vengono da Mcilwraith considerati come i primi tre mesi per le deviazioni a livello del nodello (disco epifisario distale del Metacarpo metatarso III, prossimale Ia falange) e i primi 4-6 mesi per le deviazioni a livello del carpo (disco epifisario distale del radio). Nell'ultimo caso la brevità del tempo a disposizione non è dovuta soltanto al periodo d'accrescimento del radio distale, che si prolunga ben oltre i sei mesi, ma se non si provvede in tempo al precoce insorgere di lesioni osteoarticolari (legati all'aumento della massa corporea) [64].

Un'estensione laterale o mediale applicata allo zoccolo in età precoce (cioè quando è più utile) agisce anche sulle epifisi più distali e non solo su quelle più prossimali. Per fare un esempio, un'estensione mediale applicata a due mesi d'età per la correzione di un carpo valgo, rischia di causare un nodello varo. Questa è la ragione per la quale è imprescindibile accompagnare l'intervento di mascalcia con un intervento chirurgico a livello del disco epifisario responsabile quando si tratta di D.A. notevoli, di origini prossimali (radio- tibia distale).

Questi interventi consistono in:

  1. Elevazione periostale sul lato concavo a livello dell'epifisi d'accrescimento, intervento ad effetto limitato nel tempo (2 mesi) ma ripetibile, che stimola l'accrescimento del disco dalla parte dove avviene l'intervento e che perciò è utile nella fase di maggior attività del disco epifisario.
  2. Ponteggio diafisi-epifisario con viti e filo sul lato convesso che rallenta l'accrescimento su questo lato. Questo intervento non deve essere attuato nella fase di maggior attività epifisaria perché può portare a sovracorrezione a differenza dell'elevazione periostale controlaterale; inoltre richiede un secondo intervento per la rimozione di viti e filo.
  3. Una combinazione di 1) e 2) [63, 64].
La terapia della D.A. prevede anche una limitazione dell'esercizio fisico per evitare eccessive forze contusive sul disco epifisario e sulle articolazioni asimmetriche (confinamento nel box o in piccolo prepadock ).

La tecnica d'applicazione delle estensione incollata Dallmer© allo zoccolo prevede l'aggiustatura della parte libera della cuffia alla muraglia (precedentemente sgrassata). Questa parte libera viene fissata alla placca sottostante tramite viti.

La larghezza dell'estensione viene regolata tagliando via la parte in eccesso, cercando di far arrivare il suo margine sotto la verticale dell'articolazione deviata (Fig. 45). Se l'estensione è notevole si può applicare su questa uno scivolo di resina per evitare che il puledro, pestandola, la porti via (Fig. 46, 47).

Fig 46
Larghezza dell' estensione
 
Fig 47
Scivolo di resina sull'estensione (freccia)

Per il sistema Mustad© (Babyglu©) (Fig. 41 d) si ritaglia la placca di base di grandezza tale che includa la superficie soleare e la superficie d'estensione; si termosaldano poi le linguette su questa placca, sull'orlo di quest'ultima dove questa è aggiustata al contorno dello zoccolo e sopra la superficie superiore della placca dalla parte dell'estensione. Infine si incollano le linguette, una per una, alla muraglia.

Le estensioni incollabili sono tra i sistemi di ferratura ortopedica più versatili e possono essere anche usati nella correzione di difetti rotazionali, semplicemente ritagliando la placca base in modo appropriato (estensione a livello della mammella ipotrofica) e/o girando leggermente la scarpetta rispetto al piede.

Dato che le scarpette non dovrebbero essere tenute per più di 20 giorni di seguito (crescita eccessiva e possibile costrizione del piede), le deviazioni importanti possono avere bisogno di ripetute applicazioni di estensioni (e di più di una elevazione periostale). Importante è valutare ogni volta che non si creino deviazioni o rotazioni “compensative” di segno opposto distalmente al punto d'insorgenza della deviazione originale.

Le estensioni incollate, applicate con criterio e nei tempi appropriati, danno dei risultati molto favorevoli tanto dal punto di vista estetico che funzionale [61].

III. 4. 3.1. D. Conclusioni

I sistemi di ferratura incollabili per puledri si sono rivelati uno strumento di terapia utilissimo non prima disponibile. Attualmente molte delle loro applicazioni possono anche essere realizzate con l'aiuto di resine sintetiche e placche d'alluminio (vedasi oltre nel capitolo sulle resine).

Come tutti i metodi di correzione d'appiombo richiedono una attenta valutazione clinica, un protocollo d'applicazione studiato e tempi adeguati alla fisiologia dello sviluppo del soggetto, esigendo perciò una stretta collaborazione tra medico veterinario, maniscalco e allevatore.

La terapia per i difetti d'appiombo dei puledri richiede un investimento notevole in tempo, materiale e mano d'opera, investimento ampiamente giustificato dai risultati ottenibili in puledri che spesso, già dalla nascita, rappresentano un capitale potenziale importante. A dimostrazione di ciò Mc Kinnon riporta un indice d'efficienza dell'allevamento di P.S.I. nel Regno Unito (puledri debuttanti/fattrici inviate alla monta 3 anni prima) del solo 14% [65]. In altre parole il recupero funzionale di un solo puledro nato in un allevamento di 100 fattrici incrementa l'efficienza produttiva del 7%!.

 

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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