Mascalcia

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Mascalcia moderna nell'ambito della podologia equina

II. CRITERI DI PAREGGIO E FERRATURA

II. 2. Equilibrio-bilanciamento nel piano sagittale (Dorso- palmare/plantare)

II. 2. 2. Accenni di terapia

A) Lesioni tendinee, della briglia carpica e del legamento sospensore del nodello

Nella terapia delle lesioni acute del tendine flessore profondo delle falangi e della briglia carpica da una parte, del legamento sospensore del nodello e del tendine flessore superficiale del dito dall'altra, sembra giustificato un leggero rialzo dei talloni nei primi due casi, e nei secondi un leggero allungamento della punta soltanto nelle prime fasi di convalescenza [25].
La terapia per la rottura del tendine estensore dorsale delle falangi può giovare di una muraglia lunga in punta e/o di una estensione in punta (fig. 17).

Fig 17
Fig 17

Un rialzo dei talloni provoca infatti la distensione del tendine flessore profondo delle falangi e della sua briglia carpica ed un abbassamento del nodello. Un allungamento della punta, viceversa, distende l'estensore dorsale delle falangi, carica maggiormente il tendine perforante provocando il rialzamento del nodello e, di conseguenza, la dis-tensione del flessore superficiale del dito e del legamento sospensore del nodello (Fig. 9)

B) Sindrome navicolare

Da tempo il rialzo dei talloni, creando artificialmente un asse digitale spezzato in avanti, è una delle ferrature terapeutiche per la sindrome navicolare. Tale angolo creato nell'allineamento falangeo è, come tutti i movimenti articolari interfalangei, maggiormente a carico dell'articolazione interfalangea distale, essendo l'osso coronario in gran parte solidale con la falange prossimale. Obiettivo principale di questo rialzo è la diminuzione della pressione esercitata dal tendine flessore profondo sulla borsa navicolare e, tramite questa, sulla faccia flessoria dell'osso navicolare. Non stupisce perciò che abbia effetti benefici solo in una parte dei casi diagnosticati con sindrome navicolare, visto che gran parte di essi sono sicuramente imputabili a patologia degenerativa articolare e/o legamentosa [26]. Per questi ultimi è sicuramente di maggior beneficio una facilitazione dello stacco in punta del piede (punta quadra, sbarchettata, Equi+© ecc. vedasi oltre). Senza voler approfondire ulteriormente in questo capitolo la terapia della sindrome navicolare, sembra sensato fare le seguenti conclusioni:

  1. un rialzo ai talloni è sicuramente benefico se non ci sono altri metodi per ristabilire un asse digitale lineare;
  2. un rialzo dei talloni che vada oltre l'allineamento dell'osso del piede con le prime due falangi è probabilmente di beneficio solo nella forma “tendinosa” della sindrome navicolare;
  3. in mancanza di diagnosi differenziale tra forma articolare e/o legamentosa da una parte e forma tendinea dall'altra (p.e. anestesia intrabursale piccolo sesamoide, anestesia intra-articolare interfalangea distale [27]), può essere conveniente:
  • usare una delle tecniche di ferratura particolari per avere una diagnosi “ex iuvantibus”;
  • associare le diverse tecniche (p.e. ferro rovesciato - fig. 18);
Fig 18
Fig 18

La tesi che un rialzo palmare avrebbe dei benefici transitori visto il progressivo accomodarsi-accorciarsi del muscolo flessore profondo delle falangi [13], sembra aleatoria, visto che l'angolo che descrive il suo tendine sulla faccia flessoria del navicolare rimane comunque più ottuso, mentre la maggior discesa del nodello compenserà in parte la maggiore libertà del tendine (fig. 9).

C) Laminite

Un rialzo dei talloni può diminuire la trazione esercitata dal tendine flessore profondo, tramite la sua inserzione al livello della cresta semilunare, sulla terza falange, responsabile insieme alla necrosi laminare della rotazione dell'osso del piede rispetto alla scatola cornea.

 

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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