Mascalcia

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Mascalcia moderna nell'ambito della podologia equina

II. CRITERI DI PAREGGIO E FERRATURA

II. 3. Equilibrio-bilanciamento nel piano frontale (latero-mediale)

Fig Latero-medil
Fig 1 Fig Latero-medil

II. 3.1. Prevenzione

L'equilibrio latero-mediale del piede del cavallo non conformato idealmente è materia molto più controversa tra i podologi che il bilanciamento nel piano sagittale. Difetti di valgismo e varismo frequentemente si trovano associati a deviazioni rotazionali e la maggior parte degli autori li considera insieme. Essendo invece una rotazione per definizione un difetto che si esprime sia nel piano sagittale che nel piano frontale, verrà trattato più avanti (Equilibrio-bilanciamento nel piano diagonale).

Fino ad oggi si sono contrastate tecniche basate sulla morfologia, che fanno uso di metodi geometrici, e approcci funzionali, che cercano di ottenere un contatto con il terreno del piede a piatto.

Sulle nefaste conseguenze di un mancato equilibrio latero-mediale, tutti gli autori, invece, si trovano d'accordo. Nella estremità digitale queste includono condro-osteo-artrosi, periostiti, osteofiti, enteseofiti, calcificazioni delle cartilagini alari, setole discendenti, osteite dei processi palmari, ma anche sindrome podo-trocleare nelle sue forme articolari-legamentose [28].

I meccanismi biomeccanici, in caso di disequilibrio latero-mediale, sono stati studiati da Denoix e includono: scivolamento nel piano frontale e rotazione della seconda falange sui piani articolari della terza e del navicolare, sollecitazioni dei legamenti collaterali, compressione dei margini articolari controlaterali e movimenti di ab o adduzione dell'arto per trovare un sollievo dinamico ad una instabilità meccanica [9].

II. 3. 1. a) Approccio morfologico all'equilibrio-bilanciamento nel piano frontale

Da sempre ci sono stati disaccordi tra i diversi autori rispetto agli assi e perpendicolari da usare come riferimento nelle diverse metodiche geometriche dell'approccio morfologico all'equilibrio-bilanciamento nel piano frontale:

  • margine distale della muraglia (superficie soleare) perpendicolare allo stinco [29];
  • margine distale della muraglia perpendicolare all'asse delle falangi [30, 31];
  • corona perpendicolare alla pastoia [32];
  • corona parallela al margine distale della muraglia [33];
  • tubuli cornei in punta perpendicolari al terreno [34];
  • asse dello zoccolo in punta in linea con il pastorale [35].

Interessante è notare come tutte queste metodiche abbiano come risultato un identico pareggio solo nel caso di un arto con conformazione perfetta, senza deviazioni dalla verticale nel piano frontale (fig. 19a).

Foto 19
Fig. 19
Appiombo nel piano frontale
L'applicazione di questi parametri al pareggio si attua, oltre che ad occhio, con l'uso di podometri particolari, dei quali uno dei più interessanti è il Finnegan-Gauge. Questo strumento permette di valutare contemporaneamente: angolo della muraglia dorsale in gradi, piano di pareggio soleare, larghezza del contorno della muraglia distale nei diversi punti e allineamento dell'asse longitudinale dello zoccolo sulla faccia soleare con quella dorsale (foto 1).
Foto 1
Foto 1
Podometro Finnegan - Gauge

Se da una parte può essere utile standardizzare tramite l'uso di podometri (e compasso per la misurazione della lunghezza in punta) la tecnica del pareggio, bisogna tenere presente che:

  • a) i diversi podometri possono dare diverse misure (p.e. nella comunicazione tra veterinario e maniscalco);
  • b) due arti di uno stesso bipede possono avere una conformazione diversa tra loro;
  • c) a monte va sempre fatta una scelta sui parametri da seguire.

II. 3. 1. b) Approccio funzionale all'equilibrio bilanciamento nel piano frontale

Preconizza un atterraggio a piatto o comunque contemporaneo dei due talloni, definendo un piede equilibrato quando nella fase intermedia d'appoggio la sua posizione è tale che il peso del cavallo si trova equamente distribuito sulla sua superficie in contatto con il suolo [36, 13]. La metodologia prevede dei cicli di pareggio graduale, alternati ad osservazioni del soggetto in movimento su una superficie perfettamente piana. Le difficoltà obiettive della sua applicazione possono riassumersi così:

  • a) il bisogno di una superficie ampia ed adatta allo scopo;
  • b) qualità dello zoccolo e/o del terreno che permettano cicli d'osservazione senza che i piedi sferrati si danneggino;
  • c) la scelta dell'andatura influenza il movimento dell'arto: ad andature più sostenute oltre che ad atterrare più marcatamente sui talloni i cavalli tendono a portare gli anteriori più vicino ad un piano mediano-sagittale che passa per il centro di gravità del soggetto, presentando così una tendenza ad atterrare sulla parte laterale del piede [37] (fig. 20)
  • d) la capacità dell'occhio umano di percepire le fasi della locomozione è limitata.
Fig 20
Fig 20a 20b

II.3.1. c) Approccio misto all'equilibrio-bilanciamento nel piano frontale

Combinando elementi dell'approccio morfologico e funzionale, sono state descritte diverse metodologie che si basano sull'osservazione del piede in stazione ed in movimento, nell'usura del ferro, sulla forma e deformazione della scatola cornea ecc. Così Woods propone, tenendo l'arto sollevato a livello del metacarpo-metatarso principale e lasciando assumere al cavallo la naturale posizione dell'estremità distale, la valutazione dell'asse del pastorale, fossetta retropastorale, altezza relativa dei glomi, direzione del fettone, inclinazione della muraglia laterale e mediale (conicità), ampiezza della suola e forma della linea bianca [38] (fig. 21).

Fig 21
Fig 21

Il pareggio in questo caso deve essere finalizzato ad ottenere un piano perpendicolare alla linea sagittale retropastorale dell'arto così sollevato. Inoltre deve essere tenuto conto anche del movimento dell'arto, che va osservato di fronte e di dietro, soprattutto dei movimenti di ab e adduzione nella fase di sospensione, così come nell'impronta lasciata su un terreno moderatamente morbido.

II. 3. 1. d) Correzione della geometria del piede e della ferratura

Se nelle popolazioni di cavalli liberi negli Stati Uniti Jackson ha osservato che questi raramente presentano deformazioni della scatola cornea, dato il rimaneggiamento costante al quale questa viene sottoposta, nei cavalli ferrati che presentano deviazioni angolari i fenomeni di concavità e convessità della muraglia laterale e mediale sono frequenti [39]. Questo perché è interrotto il meccanismo di autocorrezione nell'arco di tempo in cui il cavallo porta la ferratura. La parte concava può essere corretta tramite raspatura della muraglia mentre dalla parte convessa si può lasciare orlare maggiormente il ferro [19] (fig. 22).

Fig 22
Fig 22
Si può riequilibrare un piede nel senso latero-mediale o con un ferro che presenti uno spessore maggiore di una della branche o con l'interposizione di materiali diversi tra ferro e muraglia, per esempio quando manca sufficiente muraglia per riequilibrare con il solo pareggio, usando una soletta cuneiforme in senso trasversale invece che longitudinale, (fig. 23).
Fig 23
Fig 23

Una estensione in senso laterale o mediale del ferro avrà una influenza soprattutto in movimento (ab e adduzione rispettivamente) mentre un aumento di spessore di una delle due branche del ferro modificherà anche l'asse dello zoccolo e del dito durante l'appoggio.

II. 3. 1 e) Contributi della ricerca

In questo senso hanno dato notevoli contributi Denoix [9], Serteyn et al. [10], Caudron et al. [28] i quali hanno approfondito i seguenti problemi:

  • a) aspetti biomeccanici nel piano frontale;
  • b) un protocollo di valutazione radiologica dell'appiombo deviato e/o ruotato rispetto alla norma in vitro e in vivo;
  • c) la metodologia di pareggio latero-mediale in base a questo protocollo;
  • d) la valutazione cinetica dei risultati di questo metodo di pareggio (movimento e distribuzione dei centri di pressione sulla faccia soleare);
  • e) la sua valutazione clinica su cavalli affetti da sindrome podotrocleare.

Molto interessanti sono a riguardo gli studi condotti dai ricercatori dell'Università di Liegi i quali confermano il collegamento tra equilibrio latero-mediale e patologia articolare interfalangea distale e dimostrano come le sole tecniche di pareggio appropriate possono portare a notevoli tassi di recupero funzionale di cavalli con navicolite.

Il protocollo radiologico prevede la misurazione di 5 angoli tracciati su una radiografia dorso-palmare centrata sulla corona dell'arto in appoggio, su un dispositivo che permette l'eventuale rotazione del piede con il controlaterale sollevato. Per assicurarsi una proiezione strettamente dorso-palmare, viene applicato un marker filiforme-metallico ( R ) parallelo ai tubuli cornei in punta. Sulla radiografia del cavallo, tale marker dovrà coincidere con l'ombra della lacuna mediana del fettone. Per trovare il centro della punta viene usato come riferimento la leggera depressione della linea bianca a livello della incisura mediana del margine soleare della terza falange in quei cavalli che la presentano, oppure viene tracciata una linea sagittale che unisca la lacuna centrale all'apice del fettone ed alla linea bianca. E' necessario inoltre assicurarsi che il cavallo tenga collo e testa nel piano sagittale e che l'inclinazione dello stinco rispetto alla perpendicolare del suolo sia inferiore a 10°.

La radiografia così ottenuta viene piazzata con il lato mediale a sinistra (fig. 24).

Fig 24
Fig. 24
Schema di radiografia dorso-palmare del dito con tracciati linee

Gli angoli si misurano a sinistra delle linee a decorso ± verticale.
L'angolo R, misurato direttamente, è quello formato dal marker R con il suolo.
L'angolo P1g è formato dalla perpendicolare della linea a1 (da tracciare tangente alla superficie articolare distale della prima falange) ed il suolo.
L'angolo P3g è formato dalla perpendicolare della linea a3 (da tracciare tangente alla superficie articolare della terza falange oppure attraversante i due fori soleari) ed il suolo.
L'angolo P1 è formato dalla bisettrice del triangolo d'inserzione dei legamenti sesamoidi distali medi sulla faccia palmare della prima falange (linea b1) e dalla tangente alla superficie articolare della terza falange (linea a3).
L'angolo P1d è formato dalla bisettrice b1 di cui prima e dalla tangente alla superficie articolare distale della prima falange (linea a1).

Tabella 1
La Tabella 1 riassume i possibili casi.

Nel cavallo con deviazioni digitali laterali o mediali i valori di P1g e P3g non sono uguali a 90°; per evitare compressioni asimmetriche delle articolazioni, questi devono essere mantenuti uguali fra di loro. Le deviazioni rotazionali in cavalli pareggiati correttamente sono invece caratterizzate da: P1=Pd1 xxxxx 90°.

I riscontri concreti del protocollo radiologico insieme alle valutazioni cliniche che l'hanno seguito potrebbero essere riassunte così:

  • a) stabiliscono un metodo obiettivo misurabile per il pareggio del piede con deviazioni angolari e rotazionali dell'estremità distale;
  • b) confermano quelle tecniche di pareggio che nel piano frontale cercano un allineamento dell'asse dello zoccolo in punta con l'asse digitale, indipendentemente dall'angolazione della corona rispetto al terreno (fig. 19 b e c);
  • c) stabiliscono l'importanza del solo pareggio come fattore primario nella terapia delle patologie dell'articolazione interfalangea distale.

In termini pratici sembra d'interesse soprattutto il punto b) perché, almeno a livello preventivo, pochi saranno i cavalli che verranno sottoposti ad un protocollo radiologico, il quale prevede inoltre ulteriori controlli, dopo pareggio iniziale, per valutarne l'effetto. In casi particolari e come parte di una terapia, una valutazione radiologica, semplificata ad una misurazione dell'angolo R del marker e del parallelismo tra le tangenti a1 e a3, può invece dare delle indicazioni molto precise.

In “campo” una metodologia di pareggio in senso latero-mediale che rispetti l'adattamento funzionale dello zoccolo ad una conformazione non idonea e che allinei la pastoia con i tubuli cornei in punta con l'aiuto di un podometro tipo Finnegan, sicuramente, nella maggior parte dei casi, non discosterà molto, dai risultati ottenibili con il protocollo radiologico [40].

II. 3. 2. Accenni di terapia

a) Sindrome podo-trocleare (forme articolari-legamentose)

L'importanza delle eccessive sollecitazioni articolari in senso latero-mediali, oltre agli squilibri in senso dorso-palmare come concause di questa patologia, sembra ben stabilita. Si potrebbe ipotizzare che l'accentuazione della zoppia in cerchio non solo sia dovuta ad un maggiore carico sull'arto interno, ma anche alle maggiori sollecitazioni asimmetriche sull'articolazione distale, soprattutto se si considera che l'errore più frequente di pareggio sembra essere un eccesso di muraglia laterale [37, 38].

Ferrature che facilitino il basculamento latero-mediale del piede trovano così una indicazione terapeutica. Alcuni esempi possono essere dati dai ferri a sezione mezzo tonda, ferri forgiati con lo spigolo infero-esterno più basso di quello infero-interno o ferri stampati disegnati secondo il concetto di “Full Rolling Motion”, traducibile con “a basculamento multidirezionale” (fig. 25). Esempi di questi ultimi sono i ferri Springtop© e Equi+© (vedasi oltre nella sezione dedicata ai ferri in lega).

Fig 25
Fig. 25
Vettori dal centro articolare interfalangeo distale al punto di basculamento laterale e mediale con:
a) ferratura normale aggiustata
b) erro a profilo mezzo tondo, aggiustato
c) ferro con spigolo infero-esterno forgiato più basso
d) ferro a basculamento multidirezionale
e) ferro molto orlante
f) ferro molto spesso

Il loro uso è stato studiato sperimentalmente comparando i dati cinematici ottenuti con ferrature di identico peso (ferratura normale, ferratura ad uovo), su soggetti in cui era stato artificialmente indotto un disequilibrio latero-mediale e clinicamente in cavalli affetti da navicolite [28, 41]. Interessante sarebbe uno studio comparato tra ferratura rovesciata, che facilita il solo basculamento nel piano sagittale, e i ferri a basculamento multidirezionale, per distinguere gli effetti benefici sull'articolazione nei due piani.

Controindicata sembra essere invece la raccomandazione generica che spesso viene data di ferrare “comodo” e, di conseguenza, viene praticata un'orlatura eccessiva in mammelle e quarti (fig. 25e), così come un piede lasciato troppo lungo o ferrato con un ferro a binda di spessore eccessivo (fig. 25f) perché in tutti questi casi viene aumentato il braccio di leva dal centro articolare interfalangeo-distale allo spigolo infero-esterno.

b) Affezioni unilaterali della mano e del piede

Una variazione della geometria del ferro e/o dello spessore dei suoi singoli rami può essere utilizzata come parte della terapia nelle seguenti patologie: calcificazione di una sola delle cartilagini complementari; osteofiti, enteseofiti mediali e laterali; desmopatie dei legamenti collaterali (non solo del dito ma anche per esempio dei legamenti lunghi collaterali del garretto); spavenio laterale e mediale [42].

Il principio consiste nell'applicazione di una estensione (orlatura, copertura) o di un aumento dello spessore del ramo del ferro dal lato della desmopatia e dalla parte opposta alla osteo-condropatia. Da tenere presente, però, che queste modificazioni della geometria, dello spessore e del peso delle differenti parti del ferro comportano anche modificazioni della stazione e del movimento (ab e adduzione) che non solo possono talvolta vanificare parzialmente l'effetto terapeutico, ma anche creare problemi d'interferenza tra gli arti in movimento.

 

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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